Macron scuote l’Europa: «Obbligati a difenderci, attenzione ai venti di estrema destra» (2024)

Le prime parole di Emmanuel Macron sono in tedesco: «sono il primo presidente francese a venire a Dresda dalla riunificazione tedesca, ed è un onore, perché sono un convinto europeo». Dresda è forse la tappa più simbolica della visita di Stato di tre giorni in Germania di Macron. Il presidente, affiancato dal collega tedesco Frank-Walter Steinmeier, parla davanti alla Frauenkirche, la meravigliosa Chiesa luterana di Nostra Signora, ridotta in polvere dalle bombe degli alleati contro il nazismo. Fu ricostruita solo dopo il crollo del Muro. La città è anche il simbolo della rinascita dagli anni della guerra fredda e della ex Rda, capitale della Sassonia diventata Silicon Saxony, patria di alte tecnologie e innovazione. Di questa Europa, che la guerra può ridurre in polvere, ha parlato ieri Macron in un discorso davanti a una folla di ragazzi e ragazze, tedeschi ma anche polacchi e cechi. E anche di elezioni, con le destre estreme e populiste che fanno alzare «un vento cattivo», a cominciare dalla Francia, dove il Rassemblement National di Marine le Pen doppia nei sondaggi la Renaissance dei macronisti.

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LA POSIZIONE NON CAMBIA

A Dresda, come alla Sorbona, la posizione di Macron sulla guerra in Ucraina non cambia: la Russia di Putin non deve vincere e non vincerà, ne va della sicurezza e dell’esistenza dell’Europa. «Se in Ucraina vige la legge del più forte, se la Carta delle Nazioni Unite viene calpestata a poche centinaia di chilometri da qui - ha detto Macron - allora non abbiamo pace. Per questo motivo dico che sì, in Ucraina si tratta davvero della nostra pace e della nostra sicurezza». E per questo l’Europa «non deve essere ingenua» e deve aumentare gli investimenti nella Difesa, «deve essere una rivoluzione» e «senza guardare soltanto agli Usa». Nessuna pace, per Macron, può esserci senza una vittoria dell’Ucraina. «La pace non sarà la capitolazione dell'Ucraina, ma quello che l’Ucraina deciderà per sé», ha detto il presidente francese, ribadendo per l’ennesima volta che «difenderemo l’Ucraina quanto a lungo sarà necessario e con l’intensità che sarà necessaria». Macron ha evitato di evocare di nuovo esplicitamente la possibilità di inviare «truppe di terra» per aiutare Kiev; come molti altri alleati in Europa, anche la Germania si è mostrata reticente, ma quasi in tempo reale, dall’Ucraina il capo delle forze armate Aleksander Syrsky ha reso noto un accordo con Parigi per l’invio dei primi «istruttori militari francesi» in Ucraina.

IL SUPPORTO

«Saluto l’iniziativa della Francia di inviare suoi istruttori per formare i militari ucraini, ho già firmato i documenti che consentiranno ai primi istruttori di recarsi nei nostri centri di formazione e prendere dimestichezza con le infrastrutture e il loro personale» ha scritto il generale su Telegram, poco dopo una riunione a distanza con il ministro della Difesa francese Sébastien Lecornu. A domanda, i francesi si sono limitati a confermare vagamente che il dossier «è allo studio» e che «la formazione sul suolo ucraino fa parte dei cantieri discussi durante la conferenza per il sostegno all’Ucraina organizzata dal presidente Macron il 26 febbraio». Ufficialmente finora la Francia non ha inviato nessun assistente o istruttore per formare le forze ucraine sulla loro terra. E se ci sono dei cittadini francesi che hanno integrato l’esercito ucraino Parigi continua a smentire le accuse in arrivo da Mosca di aver inviato «mercenari» in aiuto di Zelensky. Da Dresda, Macron ha ripetuto la sua filosofia: «la Russia ha attaccato l’Ucraina e potrebbe essere qui teoricamente domani o dopodomani: dobbiamo decidere quale debba essere la sicurezza europea». Stessi toni e spesso anche stesse parole per allertare sul rischio di un’onda nera, di estrema destra e pouplista, alle prossime elezioni del 9 giugno: «la nostra pace, il nostro benessere e la nostra democrazia sono in gioco». «Svegliamoci» ha gridato Macron ai ragazzi riuniti nella grande piazza di Dresda, capoluogo di questa Sassonia tecnologica, che è anche terra fertile per la destra radicale tedesca dell’AfD: «Guardiamo attorno a noi l’attrazione per i regimi autoritari, guardiamo quest’epoca illiberale che stiamo vivendo. L’estrema destra, questo brutto vento che soffia in Europa, è una realtà». A Berlino, Macron e Steinmeier si sono raccolti a lungo al potente memoriale dell’Olocausto. Macron ha anche decorato Serge e Beate Klarsfeld, la coppia di francesi che per decenni ha dato la caccia ai nazisti rimasti impuniti dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Oggi il presidente francese Macron riceverà il premio internazionale della pace di Westfalia a Munster per il suo «impegno europeo», prima di ritrovare il cancelliere Olaf Scholz per un consiglio dei Ministri congiunto franco-tedesco.

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