Blog | Meyer o De Fusco pari sono: altro che egemonia culturale a sinistra e controffensiva della destra - Il Fatto Quotidiano (2024)

Paolo Martini

Giornalista

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Tra i vizi di forma che si possono notare a proposito dell’estenuante battibecco politico sulla cultura, che si è aperto dopo l’avvento al potere di Fratelli d’Italia e che si alimenta quasi ogni giorno, il più rivelatore è quello economicista. Esemplare, da questo punta di vista, è l’interminabile polemica sul sovrintendente del teatro alla Scala: nell’ultimo valzer di picca e ripicca a mezzo agenzie di stampa, il vecchio Dominique Meyer (classe 1955) ha accusato il ministro di averlo cacciato nonostante gli straordinari risultati economici della sua direzione, e il prode Gennaro Sangiuliano ha ripetuto che non ci sono nomine a vita, soprattutto chi ha ormai raggiunto i limiti d’età (nel caso, la legge parla di 70), aggiungendo sospettoso: ‘mi giunge notizia che si stia parlando di un’extra-liquidazione per Meyer…

Singolare che tra i vanti della sua direzione – tutti in denaro, perché di grandi eventi culturali se ne sono visti pochi e di scelte dubbie più d’una – Meyer si sia dichiarato anche orgoglioso di aver abolito i prezzi scontati dei biglietti last-minute, così da far pagare in media 200 euro ogni biglietto. Già, meglio lasciare le poltrone vuote che svenderle, facendo magari arrabbiare quei ‘poveretti’ che hanno pagato il prezzo intero, o hanno risparmiato qualcosa con l’abbonamento, davvero ‘alla portata di tutti’, per 14 opere a quasi 3mila euro. Di sicuro in platea si possono sedere più sereni gli evasori e gli elusori fiscali, dato che lo Stato munge più di 32 milioni di euro alle tasche dei cittadini per girarle al popolare teatro lirico milanese, e ancor più ‘soldi nostri’ arrivano pure dal Comune, dalla Regione, dalla Camera di Commercio, dalla Banca Intesa…

Anche nel lungo tira-e-molla sul rinnovo della direzione di Claudio Longhi al Piccolo Teatro, avversata dalle forze politiche di destra, si è arrivati alla vera e propria resa dei conti, nel senso che i vari rappresentanti dei poteri in causa discutono adesso sui risultati economici e di gestione.

Tanto per non parlare solo della ‘povera’ scena pubblica di Milano, il teatro di Roma ha appena presentato il primo programma del nuovo direttore Luca De Fusco, indicato dal centrodestra e subito finito al centro di un contenzioso politico, risoltosi poi con una lottizzazione allargata al Pd e ancora non conclusa. Anche per i teatri pubblici capitolini si è parlato di numeri, ma perlopiù legati alle rappresentazioni.
La vera curiosità – al di là del ritorno in scena di Luca Barbareschi, in un programma del Teatro Argentina che più polveroso di così si soffoca – è stato l’uno-due di De Luca ai giornalisti che lo hanno incalzato. Sul tema della parità di genere, De Luca ha risposto: trovo ‘aberrante’ l’idea di valutare una proposta in base al fatto se la regia è di un uomo o di una donna (che saranno poi solo 5, su 48 regie). E sulle denunce di abusi e le inchieste giudiziarie, il direttore si è limitato a dire: sono ‘garantista’.

Infine, sul problema dell’eccesso di precari sottopagati che tengono in piedi i ‘suoi teatri’ e puntualmente protestano da mesi, De Luca ha replicato pensando di fare lo spiritoso: ‘Anch’io sono precario da tutta una vita…’. Al che una lavoratrice in sala ha dato il via alla contestazione con cui si è chiusa la conferenza stampa: ‘Sì, peccato che lei sia precario da 150mila euro di stipendio come direttore, più le regie che si paga nello stesso teatro che dirige: non siamo per niente uguali!’.

Già, a differenza del teatro d’opera (dove il conflitto d’interessi si appalesa con la firma magari giusto per certi direttori d’orchestra, che si regalano nuove edizioni e arrangiamenti ad hoc), nei cartelloni dei teatri pubblici di prosa quasi tutti i direttori si appaltano regie di prim’ordine e puntualmente poi si scambiano favori tra di loro con ospitalità e tournée. Nel primo programma di De Fusco, per esempio, c’è un suo ‘Guerra e pace’ nonché vari spettacoli dei direttori-registi di Bologna, Milano, Torino e così via, i quali ‘precari’ colleghi troveranno poi lo spazio in cartellone per far andare ancora in scena questo suo nuovo adattamento tolstoiano. Un circolo vizioso, peraltro, incoraggiato addirittura da norme ad hoc varate nella lunga stagione di Enrico Franceschini al dicastero oggi travolto dal ciclone Sangiuliano.

Altro che egemonia culturale della sinistra, e controffensiva della destra. Meyer o De Fusco pari sono: il problema è che la ‘cultura pubblica’ così com’è diventata – non solo nei teatri, certo – ha perso qualunque ragion d’essere, asservita totalmente al pensiero unico dominante dell’economicismo e stritolata da logiche di lobby, tanto quanto il sistema turbo-capitalista di riferimento. ‘La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura…’ , hanno scritto i Costituenti all’articolo 9, non pensando certo che all’accrescimento di chi può sborsare 200 euro per vedere un’opera o dei conti in banca di sovrintendenti e direttori.

TeatroTeatro alla Scala

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  • 22:02 - Mo: Unrwa, 'riconoscere i responsabili attacchi contro agenzia'

    Gaza, 30 mag. (Adnkronos) - Almeno 192 membri del personale Unrwa sono stati uccisi negli attacchi israeliani a Gaza dall'inizio della guerra. Lo afferma in un'intervista al New York Times il commissario generale dell'agenzia delle Nazioni Unite Philippe Lazzarini, aggiungendo che almeno 450 palestinesi sono stati uccisi mentre cercavano rifugio presso strutture gestite dall'Onu. Mentre oltre 170 sono stati gli attacchi israeliani contro edifici delle Nazioni Unite.

    “La guerra a Gaza ha prodotto un palese disprezzo per la missione delle Nazioni Unite, con attacchi oltraggiosi ai dipendenti, alle strutture e alle operazioni dell’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi”, ha detto Lazzarini. “Questi attacchi devono finire e il mondo deve agire per ritenere gli autori responsabili”.

  • 21:25 - Mo: Israele, 'non cesseremmo guerra anche se fossero liberati tutti gli ostaggi'

    Tel Aviv, 30 mag. (Adnkronos) - Il governo israeliano non accetterà di porre fine alla guerra in cambio del rilascio da parte di Hamas di tutti gli ostaggi che tiene prigionieri dal 7 ottobre. Lo ha detto il consigliere israeliano per la sicurezza nazionale Tzachi Hanegbi ai parenti di diversi ostaggi tenuti. Lo riferisce Channel 12, secondo cui Hanegbi ha detto alle famiglie presenti all'incontro che pensa che il governo sarà in grado di raggiungere un accordo di "fase uno" per la restituzione degli ostaggi nel prossimo futuro. Hamas ha ripetutamente chiesto a Israele di porre fine alla guerra come elemento centrale di qualsiasi ulteriore accordo sugli ostaggi.

    “Saremo in grado di realizzare la prima fase dell'accordo, la fase umanitaria, entro pochi mesi. Non ci vorranno molti mesi e non anni”, ha affermato Hanegbi, stretto collaboratore del primo ministro Benjamin Netanyahu. Ma, avrebbe aggiunto, “non credo che questo governo riuscirà a portare a termine l’intero accordo. Questo governo non prenderà alcuna decisione sulla fine della guerra per la restituzione di tutti gli ostaggi. Dobbiamo continuare a lottare affinché non ci sia un altro 7 ottobre".

    "Se gli ostaggi non ritornano entro settimane o pochi mesi, non abbiamo un piano alternativo", ha riconosciuto Hangebi. “Continueremo a combattere a Gaza e nel nord, e solo allora rivaluteremo la situazione”. In risposta, uno dei partecipanti all'incontro avrebbe detto: "Bene, allora siamo perduti". Hanegbi a sua volta ha risposto: "Corretto."

  • 20:44 - Mo: Idf, 'colpiti edifici Hezbollah nel sud del Libano'

    Tel Aviv, 30 mag. (Adnkronos) - Aerei da combattimento israeliani hanno colpito due edifici utilizzati da Hezbollah a Houla e Maroun al-Ras, nel Libano meridionale, dove, secondo l'esercito israeliano, si erano radunati agenti terroristici. Lo rende noto l'Idf, aggiungendo che diversi razzi sono stati lanciati dal Libano nella zona di Zar'it, nel nord di Israele, senza causare feriti.

  • 20:39 - Roma: aprono al pubblico a Palazzo Farnese i mosaici dell'antica Roma

    Roma, 30 mag. (Adnkronos) - L’Ambasciata di Francia in Italia e Mirabilia Art Wonders, la società che cura l’organizzazione delle visite guidate a Palazzo Farnese, presentano l’apertura dei Sotterranei di Palazzo Farnese, che custodiscono due straordinari pavimenti a mosaico dell’Antica Roma, per la prima volta resi fruibili al pubblico, tutti i mercoledì su prenotazione.

    L’Ambasciata di Francia si prende cura di Palazzo Farnese, gioiello cinquecentesco dove ha sede, insieme all’École française de Rome, da quasi 150 anni. Un’importante campagna di restauro è stata avviata nel 2021 per ripristinare la bellezza dei materiali originali. Martin Briens, Ambasciatore di Francia in Italia, ha annunciato che “i lavori verranno completati per i 150 anni dell’insediamento dell’Ambasciata e dell’Ecole française de Rome, nel 2025, evento per il quale Palazzo Farnese ritroverà lo splendore originario”.

    Nel caso specifico dei mosaici, un importante lavoro è stato completato nel 2024, consentendo di aprire per la prima volta questo spazio al pubblico (lavori di messa in sicurezza e per la fruibilità di questo spazio). Gli interventi hanno compreso anche la realizzazione di un impianto di illuminazione volto a mettere in risalto la bellezza dei mosaici. I visitatori potranno così scoprire due grandi pavimenti a mosaico a tessere bianche e nere risalenti al periodo compreso tra la fine del I secolo d.C. e la dinastia dei Severi, tra il 193 e il 235 d.C. I due mosaici ai quali il pubblico avrà accesso sono due notevoli testimonianze di questa tecnica artistica dell’Antica Roma.

    Il “Mosaico Marino”, che si estende su un’area di circa 9 x 4 metri, presenta linee nere orizzontali che simboleggiano le onde, in mezzo alle quali si agitano creature acquatiche reali (molluschi, pesci siluro, torpedini, lamprede, seppie, delfini) e immaginarie (draghi, mostri dalla testa di grifone, nereidi, cavalli marini). Sotto al pavimento, la scoperta di una pavimentazione su palafitte, le suspensurae, rende difficile identificare la funzione dell'antico edificio, anche se è possibile ipotizzare che si trattasse di un complesso termale.

    Il “Mosaico degli Acrobati”, stilisticamente datato al regno di Domiziano (81-96 d.C.), misura 7 x 5 metri; vi sono raffigurati quattro acrobati nudi che si alternano in piedi e seduti sui loro cavalli, tutti convergenti verso il centro della stanza. Il tema di questo mosaico è eccezionale per l'arte romana, poiché le posture acrobatiche non corrispondono alla consueta iconografia dei desultores, cavalieri che vengono normalmente raffigurati mentre saltano da un cavallo all'altro o corrono di fianco ai loro destrieri; inoltre, la nudità e il tipo di esercizio degli acrobati di Palazzo Farnese ricordano piuttosto antiche rappresentazioni greche o etrusche, che potrebbero essere state reinterpretate qualche secolo dopo per la realizzazione di questo mosaico. Anche in questo caso non è chiaro a quale edificio appartenesse quest’opera, anche se le ultime ipotesi indicano la probabile esistenza di una stalla, una stabula factionum.

    Le visite dei sotterranei, a cura di Mirabilia Art Wonders, si svolgeranno tutti i mercoledì, alle ore 17, nell’ambito delle visite guidate di Palazzo Farnese, esclusivamente su prenotazione attraverso il sito ufficiale www.visite-palazzofarnese.it, in italiano e in francese a settimane alternate.

  • 20:24 - Padova: contro Favero telecamere e testimoni, amica vittima 'aveva paura di lui'

    Milano, 30 mag. (Adnkronos) - Le parziali ammissioni fatte alla polizia, ma anche le telecamere e le testimonianze raccolte subito dopo il ritrovamento del corpo senza vita di Giada Zanola, la mamma di 33 anni spinta dal cavalcavia della A4 a Vigonza. E' questa la "grave base indiziaria" che ha portato al fermo di Andrea Favero, il compagno di 38 anni, ora accusato di omicidio. Se il caso è stato trattato inizialmente come suicidio - l'uomo è stato sentito il 29 mattina come testimone - le telecamere puntate sul tratto autostradale (acquisite nel pomeriggio di ieri), insieme alle ammissioni di un "rapporto burrascoso e conflittuale" hanno dato una svolta alle indagini. La telefonata alla vittima o i messaggi inviati subito dopo il delitto "rappresentano una messa in scena" per il sostituto procuratore Giorgio Falcone.

    La versione del 38enne che continua a professarsi 'innamoratissimo', parla di un litigio: lei si allontana a piedi sul cavalcavia e lui la raggiunge con l'auto, ma nell'abitacolo la lite continua: "Lei mi sbraitava addosso come spesso ultimamente faceva dicendo che mi avrebbe tolto il bambino e non me lo avrebbe più fatto vedere. (...). Ricordo che siamo scesi dall'autovettura, ma qui i ricordi si annebbiano perché ricordo solo che mi continuava a ripetere che mi avrebbe tolto il bambino, ma non ricordo se e come ho reagito. Non ricordo se siamo saliti sul gradino della ringhiera che si affaccia sull'autostrada che funge da parapetto".

    Il ritorno a casa e poi la mattina il messaggio, inviato alle 7.38 sul cellulare della vittima, sarebbero, per la procura, una provare a depistare: 'Sei andata al lavoro?? Non ci hai nemmeno salutato!!'. Se i "vuoti di memoria" sono parte della "messa in scena", appare "chiara l'esistenza di un forte movente: il suo viscerale attaccamento al figlio" e la paura di perderlo, presunte minacce "reiterate anche e soprattutto pochi istanti prima dell'omicidio" scrive il pm di Padova.

    Per la pubblica accusa "appaiono inquietanti i sospetti maturati dalla vittima di essere in qualche modo drogata dall'indagato" - l'autopsia potrà svelare eventuali presenze di sostanze tossiche -, e un'amica della vittima riferisce che la 33enne "le aveva confidato di aver paura dell'indagato" e "aveva visto anche le foto delle ecchimosi riportate dalla vittima a seguito del litigio del 27 maggio". A dire dell'amica "i due litigavano con cadenza quotidiana, anche per motivi economici" e di litigi "quasi all'ordine del giorno" riferisce anche la madre del 38enne, per il quale è scattato il fermo per il pericolo di fuga.

    Per il pm Falcone, prendendo in considerazione eventuali ipotesi alternative, "non sussiste il benché minimo dubbio che la vittima non avesse alcuna ragione di suicidarsi, dato che si trovava in una posizione di forza nei confronti del compagno, aveva una relazione affettiva con un'altra persona e si accingeva a cambiare lavoro, per andare a lavorare presso lo stesso distributore del suo amante". Suicidio escluso anche dalla famiglia e da un'amica che parla della 33enne come di una donna "serena e la stessa vittima le riferiva che 'la sua vita stava andando per il meglio sia sul piano personale che su quello lavorativo'".

  • 20:09 - Ucraina: Kiev, 'traghetto colpito in Crimea con Atacms di fabbricazione Usa'

    Kiev, 30 mag. (Adnkronos) - L'esercito ucraino ha colpito il traghetto russo che attraversava il ponte di Kerch nella Crimea orientale. Lo ha riferito lo stato maggiore delle forze armate di Kiev, aggiungendo che il traghetto è stato colpito da missili Atacms a lungo raggio forniti dagli Stati Uniti. Mosca "ha utilizzato attivamente" il passaggio per rifornire le truppe russe nella penisola occupata, hanno affermato i militari ucraini.

  • 19:58 - Mo: padre porta aiuti a Kerem Shalom per il compleanno del figlio ostaggio

    Tel Aviv, 30 mag. (Adnkronos) - Nel giorno del compleanno dell'ostaggio israeliano Eitan Mor, tenuto prigioniero da Hamas, la sua famiglia si è recata al valico umanitario di Kerem Shalom con generi di prima necessità nel tentativo di farglieli arrivare. Lo ha riferito il Forum Tikva (Speranza).

    Il padre del ragazzo, Zvika Mor, ha spiegato: "Siamo venuti qui per chiedere che gli diano le cose più basilari. Non c'è niente di più umanitario che consegnare gli aiuti qui". Mor ha cercato un camionista disposto a portare gli oggetti di prima necessità insieme ai tefillin di suo figlio. Aveva intenzione di dare una foto di suo figlio all'autista in modo che l'autista potesse riconoscere suo figlio e prestargli aiuto.

    "Riceverò in cambio una foto di Eitan fatta dall'autista - ha spiegato - e in questo modo potrò almeno sapere che Eitan sta mangiando, anche se fosse solo una foto di lui che mangia una mela. Non so quello che sta succedendo a mio figlio da così tanto tempo, più di 230 giorni. Non sappiamo se sta mangiando. Non sappiamo se sta bevendo. Non sappiamo se riesce a dormire".

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